martedì 24 luglio 2007

Un fiore a otto petali - II


Viaggio nello spazio energetico di Milano


Seconda parte di due









Milano come un fiore: la corolla di Piazza Duomo


Le mie ricerche sul paesaggio della Dea di Milano si sono sviluppate e approfondite, compiendo le esplorazioni geomantiche assieme a Marko Pogacnik, in occasione di un seminario itinerante a Milano. Ne è nata una possibile descrizione dello spazio multidimensionale della città, uno spazio “olistico”, in cui i centri focali delle energie del suo organismo vivente sono fuse con le valenze spirituali del suo Tempio di paesaggio.


Milano è un chakra planetario, la cui essenza può essere descritta come un fiore ad otto petali, ognuno dei quali esprime delle particolari qualità. La corolla si svolge attorno all’area di Piazza Duomo, cuore energetico della città e luogo della Dea della creatività, fertile e generosa, che dispensa il nutrimento ai figli. Nella Madunnina svettante sulla cima del Duomo, dedicato a Santa Maria Nascente, possiamo ravvisare l’anima femminile della città, che da tempo immemorabile ne officia il culto.
Incastonato alla corolla troviamo l’area ellittica che si svolge intorno a piazza della Scala, che rappresenta sia il luogo della Dea della Totalità, sia il luogo di collegamento alle Forze Cosmiche degli avi. A quelle forze evolutive donateci dall’esperienza di tutti gli esseri che hanno abitato prima di noi questo mondo. Un tempo questa era l’area dove si trovava il sacro nemeton, il bosco sacro dei Celti, il paradiso in terra.


Dalle Forze archetipiche situate nella profondità della Terra, questo fiore trae il suo nutrimento vitale. Un indizio di questo si può ravvisare nello stemma visconteo della città, (che possiamo ammirare sul muro del palazzo arcivescovile): un serpente o drago, animale associato alle profondità terrestri, inghiotte un fanciullo, ma in realtà sembra “portarlo fuori”, “partorire”. In molte culture il serpente/drago non ha la connotazione negativa che gli è stata data successivamente, ma è simbolo delle correnti vitali di Madre Terra, che nutrono la vita su questo pianeta.


I Petali

Le qualità della Dea della Trasformazione sono espresse dal complesso formato dalla chiesa di Santo Stefano e la Cappella dell’Addolorata, in San Bernardino alle Ossa. Per farne esperienza possiamo immergerci, dapprima, nel campo purificante della chiesa di Santo Stefano, che come una grossa macina ci aiuta a trasformare tutte quelle esperienze che non servono più alla nostra evoluzione personale. Poi possiamo fare esperienza della profonda benedizione che si emana dalla Cappella dell’Addolorata, suggestivamente decorata con le ossa di un antico cimitero cristiano.
Così come Sant'Ambrogio, patrono della città, ne detiene l'identità e la chiave, la Basilica a lui dedicata si è sviluppata come luogo dell'autoconoscenza di se stessi, dell’autoriflessione.
Come in un modello a scala ridotta dell’anima energetica di Milano, possiamo varcare il portale energetico all’interno nella navata centrale. Il portale è formato da due colonne che sorreggono, una il Serpente – si dice sia quello stesso che nel racconto biblico fu forgiato nel deserto da Mosé, al quale la tradizione popolare attribuisce proprietà taumaturgiche – che ci collega alle profondità terrestri; l’altra, sorregge una croce a bracci uguali, che ci riporta alla vastità del cosmo. Il punto d’incontro di queste forze è in ognuno di noi.
Altro petalo del fiore è la Basilica di San Lorenzo che – come nelle fiabe le sorgenti della lunga vita – è sede delle energie vitali legate all’acqua, elemento che dona giovinezza e vigore. Questo luogo è connesso intimamente all’anima della città, perché questo potere di lunga vita è un'espressione del suo stesso archetipo e del collegamento delle sue radici con la profondità della Terra.
Ulteriore espressione di collegamento con la Terra si può percepire nella piazzetta antistante la Chiesa di Santa Eufemia: luogo deputato al contatto con Madre Terra. Sembra suggerirci: un grande albero per avere una grande chioma, ha bisogno di profonde e consapevoli radici.
Punto d’incontro è il Santuario di Santa Maria dei Miracoli in San Celso, conosciuta anche come la Chiesa degli Sposi. Ancora oggi questo santuario vibra alla frequenza dell'archetipo delle Sacre Nozze, dell'Unione, dell'incontro del Femminile con il Maschile per fare il miracolo dell’Uno.
L'incontro tra il Cielo e la Terra si specchia nelle decorazioni presenti nella chiesa: ciò che è in basso è ciò che è in alto. Il mandala-labirinto del pavimento sotto la cupola maggiore riflette le decorazioni sovrastanti e sembra raccogliere e convogliare tutte le energie presenti nel Sacro Luogo: al centro del suo sviluppo circolare, posto in asse con la cupola, crea un vortice energetico, che permette di sperimentare le qualità dell'Unione Sacra fra i Principi Divini. Una forte corrente energetica ascensionale ci innalza sino ad incontrare il Cielo pur essendo perfettamente radicati alla Madre Terra. Da questo sacro incontro, nasce il Figlio, l'Umanità intera.

Questo percorso all’interno dello spazio energetico di Milano può dare un contributo allo sviluppo delle qualità creative capaci di risvegliare in ognuno di noi la Dea dormiente: possiamo percorre in modo nuovo – come “pellegrini sensibili alla Terra” – le Vie dell'Anima dei luoghi e di noi stessi, rivisitando i posti che svelano i segni della sua presenza, in attesa di rinascere.



Postfazione:
I luoghi dello spirito e l’energia vitale della Terra

Possiamo riconoscere la qualità di un paesaggio dalla sua conformazione bio-geologica ( fiumi, corsi d'acqua sotterranei, fonti, laghi, boschi, colline, montagne…), sia energetiche attraverso i "punti di forza" assimilabili ai chakra del corpo umano, e alle linee energetiche o linee del drago, paragonabili ai meridiani di agopuntura nei quali scorre l'energia nel corpo umano nella visione della medicina cinese.
Questi due livelli sono compenetrati e sostenuti dalla dimensione animica-spirituale, la quale porta l'impronta del Divino Femminile, che rappresenta nella globalità del paesaggio, quel livello che dona dimensione sacra alle terre, ai luoghi agli ambienti.
Le varie espressioni geografiche di un territorio rappresentano il corpo della Dea, che anima tutto il paesaggio e lo permea delle sue qualità, che si esprimono nei principi della “totalità originaria” (verginale), della “creatività” (unione maschile femminile) e della trasformazione e rinascita.
E' stata la cultura della tarda Età della Pietra, a riconoscere per prima l'anima del paesaggio e ad offrirle una forma in cui manifestarsi. Mettendo a punto il linguaggio delle pietre erette, dei circoli di pietra, dei tumuli, degli interventi sul terreno.
La collaborazione tra la spiritualità umana (culti, riti, pellegrinaggi compiuti nel corso del tempo e la rinnovata attenzione consapevole, unita alla forza del cuore) e l'energia vitale dei luoghi, crea nuovi spazi geomantici, che potremmo definire “Templi di Paesaggio”.
La natura sacra dei luoghi – dove la coscienza della Terra incontra la coscienza dell’uomo – si è manifestata anche tramite quegli "strumenti terapeutici" che sono le chiese: erano costruite affinché il devoto in preghiera potesse avere esperienze di guarigione sia dell'anima sia del corpo, ed erano quindi progettate e realizzate secondo precise coordinate simboliche e cosmiche. Tutto doveva essere in armonioso accordo con il Cielo, la Terra, la Natura, per trasmettere ai fedeli delle particolari qualità, che erano proprie di ciascuna costruzione e del particolare sito in cui erano edificate. Così ogni luogo del sacro paesaggio della città diviene punto d’incontro, di dialogo, tra la coscienza del visitatore, amorevolmente attento, e l’anima dei luoghi.




Articolo originariamente scritto con la collaborazione di Maurizio Martinelli.
Adattamento per il blog, dall’articolo pubblicato in il/la Consapevole n°7 Ago/Sett 2006, Macro Edizioni.








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